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Il futuro dell’abitare, del progettare, del costruire. Che tenga conto del cambiamento climatico, della corsa alle tecnologie, di una necessaria responsabilità quando si tratta di materiali e sprechi. Ieri, in occasione dell’apertura al pubblico di West Bund Art & Design di Shanghai, la fiera dell’arte contemporanea più seguita in Asia, architetti, designer e sviluppatori si sono confrontati sul tema City, Design and Sustainability. Protagonista del panel, inserito nell’ambito dell’«Art Waterfront International Forum», l’acqua. Elemento vitale per le città, decisivo per il benessere degli abitanti, ma anche sorvegliato speciale per la sua forza distruttrice, come si è visto in Spagna.
Le prospettive sostenibili dell’architettura e del design in una metropoli, Shanghai, da 24 milioni di abitanti. Tema prioritario, se non urgente. Appuntamento al «The Orbit», quartier generale del Salone del Mobile, partner della West Bund Art & Fair. I relatori: Maria Porro, presidente del Salone del Mobile di Milano; Ma Yansong, fondatore di Mad Architects; Ute Meta Bauer, curatrice, docente di arte contemporanea e direttrice del Nanyang Technological University Centre for Contemporary Art a Singapore, oltre che direttrice artistica della terza Biennale di Arte contemporanea a Berlino; Martin Guinard, curatore di Luma Arles; Alan Chan, fondatore di Alan Chan Design Company; Xu Bo, alla guida di China Property Hongkong Land; Cao Dan, presidente di Meta Media Art+, che pubblica tra gli altri «The Art Newspaper Chinese».
Ambizioni e progetti. Gli esempi di Singapore («Ha perso la sua identità di isola»), e Hong Kong, lo spettro delle catastrofi, le tragiche immagini di Valencia. Ma anche le buone pratiche. Come in Francia, dove «le temperature negli anni sono salite soprattutto a sud», ha fatto notare Guinard. Ecco perché nel costruire il centro artistico e la grande torre di Frank Gehry con il Parc des Ateliers, ad Arles è stata «realizzata» una serie di colline a cui «è stato aggiunto un laghetto che ha rinfrescato la zona e favorito il ritorno della vegetazione in quel terreno ormai desertico».
Tra gli incubatori di idee per fermare l’Antropocene c’è il Salone del Mobile, ha sottolineato Maria Porro: «L’appuntamento di Milano è fondamentale per far circolare le idee. Ci si ritrova per condividere progetti e visioni». Frase che sintetizza lo spirito dell’incontro di venerdì 8 novembre, con alcuni punti chiave: per ripensare il paesaggio urbano bisogna ascoltare chi lo abita, valorizzarne le tradizioni, conoscere la storia del territorio. «La community è il motore vero della città».
8 novembre 2024 (modifica il 9 novembre 2024 | 15:00)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
8 novembre 2024 (modifica il 9 novembre 2024 | 15:00)
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