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La scena, una stanza rossa e rotonda, riunisce sessantacinque pezzi simbolo del design italiano. Trentasei performer saltano leggeri sul tavolo Clay di Desalto, abbracciano la poltrona Up 5_6 di Gaetano Pesce (B&B), battono le mani sul cesto Almeria (Pinetti) e il carrello Misfit (Scavolini), si sdraiano su letto Icon di Flou, creano architetture che richiamano l’edificio che li ospita, The Orbit, gioiello progettato da Thomas Heatherwick, la Shanghai più moderna affacciata sul fiume Huangpu. Otto minuti di grazia cinese abbinata alla bellezza di mobili, lampade, sedie del migliore made in Italy. Anche con questa poetica installazione, firmata da Matilde Cassani, e ripetuta a più riprese in questi giorni di «Art Week», il Salone del Mobile fa capire la sua linea strategica in Cina: affermare la propria presenza in un mercato che è sì in difficoltà, ma in cui l’Italia resta il primo esportatore di mobili; riallacciare i rapporti interrotti durante la pandemia; liberarsi della veste puramente commerciale, legata al lusso, per diventare altro: un affidabile e solido socio culturale.
A Shanghai sono i giorni di West Bund Art & Design (8-10 novembre, il 7 l’inaugurazione), per molti la fiera d’arte contemporanea e design più importante d’Asia, con oltre centoventi gallerie da tutto il mondo diffuse su cinque sedi: un vecchio hangar del primo aeroporto civile della città, un ex cementificio, altri edifici riconvertiti che ospitano nomi come Galleria Continua, Gagosian, Grimm. Mostre temporanee e incontri, grandi partner tra cui, quest’anno per la prima volta, c’è anche il Salone del Mobile. «La nostra presenza a Shanghai — spiega la presidente del Salone, Maria Porro — rappresenta un felice inedito. Sono tante le persone che hanno partecipato alla serata inaugurale della performance The Orbit’s Orbit esprimendo entusiasmo per un progetto che fa dialogare arte e design, connessione antica e spesso sottovalutata. Il nostro impegno a lungo termine in Cina consiste in questo, creare eventi in grado di raccogliere e coinvolgere nuove comunità del design attorno ai nostri valori: qualità, ricerca, innovazione». Aggiunge Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia Ice: «L’arredo italiano rappresenta un punto di riferimento per i consumatori cinesi di fascia alta. La nostra collaborazione con il Salone del Mobile è un’iniziativa chiave». Soprattutto alla luce del fatto che, rileva Zoppas, l’export del settore legno arredo in Cina è diminuito del 18,8 per cento tra il 2022 e il 2023, anche se gli spiragli di ottimismo restano.
Mantenere la posizione, solidificare il primato rispetto alla concorrenza: le prospettive positive ci sono, visto che lo scorso aprile alla fiera di Rho i visitatori stranieri più numerosi sono stati i cinesi, e che nei primi sette mesi del 2024 l’export italiano in Cina ha registrato un valore pari a 286,9 milioni di euro. «La Repubblica Popolare resta una grande opportunità», continua Porro. Soprattutto dopo la chiusura, lo scorso anno, della Via della Seta, accordo commerciale firmato nel 2019 dal governo Conte. Ed è uno dei motivi per cui il Salone del Mobile torna a Shanghai (dove dal 2016 al 2019 si era tenuto uno spin-off di successo della manifestazione madre) con slancio, fiducia e una serie di idee. «Vogliamo esserci. Anche con questo nuovo format».
Diplomazia (proprio mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è in visita di Stato in Cina e l’ 8 novembre vedrà Xi Jinping) e dialogo. Spiega Matilde Cassani, ideatrice di The Orbit’s Orbit: «Spettatori e performer, fondendosi con gli spazi definiti dal design, trasformano la mostra in una piazza pubblica. The Orbit’s Orbit è un tableau vivant in cui attori, acrobati e spettatori diventano i protagonisti di una narrazione collettiva». E poi ci sono i talk.
Incontri, approfondimenti, confronti. Domenica, sempre a Shanghai, il Salone organizza When Design Meets Art. A Conversation between Italy and China: sul palco, tra gli altri, il designer cinese Wu Bin, noto per il suo Modern Orientalism, e Feng Cao, fondatore di 20C Gallery, collezionista e ricercatore. Il 7 novembre, a presentare con Maria Porro l’avventura cinese del Salone, c’erano anche la console a Shanghai Tiziana D’Angelo («Sono contenta di questo ritorno perché è un testimonianza del potere del design nelle nostre vite»), Matteo Zoppas, l’architetto Aldo Cibic, Paola Antonelli, senior curator per architettura e design al Moma di New York.
Connessioni e alleanze dall’altra parte del mondo. E da lunedì 11 novembre a Hong Kong, all’Arts Pavilion del West Kowloon, è in mostra la collezione permanente del Salone Satellite, quello degli under 35: più di cento pezzi di design tra quelli selezionati da Marva Griffin in 25 anni di promozione dei giovani talenti.
7 novembre 2024 (modifica il 7 novembre 2024 | 21:13)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
7 novembre 2024 (modifica il 7 novembre 2024 | 21:13)
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