Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026: la sfida della pioniera Gibellina

di PAOLO CONTI La città siciliana, al centro di un innovativo progetto di rinascita dopo il sisma del ’68, è stata scelta tra 5 finaliste

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Nell’austero salone Spadolini del ministero della Cultura raramente si è vista una scena di entusiasmo come quella della mattina del 31 ottobre. Gibellina è stata proclamata prima Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026: tutto lo staff, con il sindaco Salvatore Sutera in testa, è saltato dalle sedie gridando, applaudendo, abbracciandosi. Gibellina ha vinto con il progetto «Portami il futuro» (avrà un finanziamento di un milione di euro) contro le altre quattro finaliste, Carrara, Gallarate, Pescara e Todi.

L’annuncio, introdotto dal direttore generale Creatività contemporanea Angelo Piero Cappello, è stato fatto dal ministro Alessandro Giuli che ha letto il risultato del voto unanime della giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (composta da Sofia Gnoli, Walter Guadagnini, Cristina Mazzantini e Vincenzo Santoro): «Gibellina offre al nostro Paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale, fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune, per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando nel presente memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale».

L’iniziativa, voluta dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano, nasce con un bando del 13 aprile scorso: hanno partecipato ventitré città, le finaliste sono state cinque.

Il raggiante sindaco Sutera ha citato il drammatico momento storico per cui Gibellina è famosa, ovvero il terremoto del Belice nel 1968, e il coltissimo progetto di rinascita dell’allora sindaco Ludovico Corrao che puntò proprio sull’arte contemporanea. Corrao riuscì a coinvolgere artisti del calibro di Pietro Consagra (con la scultura a grande scala Il Meeting), Alberto Burri (con il suo Grande Cretto, capolavoro di Land Art famoso nel mondo), Mario Schifano, Mimmo Palladino, Ludovico Quaroni (sua la splendida Chiesa Madre), Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà (la piazza principale col portico). Ha detto Sutera: «Prima di ogni altra cosa il mio pensiero va a Ludovico Corrao che con il suo modo visionario ha permesso a questa città che era stata distrutta di rinascere ridandole una identità. Questo riconoscimento potrà dare uno slancio importante alla battaglia che è stata fatta da Corrao e da tutti i suoi cittadini. Premiare Gibellina è anche dare un segnale, in questo momento di tante catastrofi, per dire che dai momenti bui possono rinascere realtà assolutamente nuove». Infatti nel parere della giuria si definisce Gibellina «città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana».

Interessanti le riflessioni del ministro Giuli, dopo le recenti polemiche. Per esempio sull’arte contemporanea che «guarda all’esistente con un occhio esigente e uno spirito critico sensibile all’impegno civile. Ponte tra la memoria del passato e la costruzione di un futuro vivibile, l’arte contemporanea ci invita a ripensare il nostro tempo, le sue preoccupazioni sociali e le sue grandi sfide collettive, in un habitat pubblico, urbano e civile, in cui la presenza del bello rimane un’istanza comune tipicamente italiana che merita di essere riconosciuta e sostenuta». E sulle città italiane: «Sono state nei secoli centro vitale e propulsore di civiltà, il luogo e lo spazio pubblico in cui sono state vissute le sfide principali di ogni tempo, il contesto e la dimensione in cui sono emerse le soluzioni più interessanti, il teatro dei più rilevanti e fecondi processi di partecipazione sociale, culturale ed economica. E anche ai nostri giorni, le città d’Italia sono state il cuore della cultura, della scienza e delle arti».

Il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco: «Esempio unico»

«Gibellina oggi rappresenta un esempio unico di rigenerazione urbana e artistica, grazie anche alla visione tutta di poesia di Ludovico Corrao, il sindaco della ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968»: ha salutato così Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, la scelta di Gibellina come Capitale italiana dell’arte contemporanea per il 2026, definito un «illustre e meritato riconoscimento». «Innamorato dell’arte — ha proseguito Buttafuoco — Ludovico Corrao fu il vero artefice della mobilitazione degli artisti venuti da ogni luogo affinché dai ruderi del sisma, riscattando la terra dopo tanta morte, tornasse la vita».

31 ottobre 2024 (modifica il 31 ottobre 2024 | 20:07)

31 ottobre 2024 (modifica il 31 ottobre 2024 | 20:07)