«La bomba atomica» sull’editoria: ora l’Ai prevede le vendite dei libri

di dalla nostra corrispondente a Berlino, Mara Gergolet Da gennaio un software di Media Control sarà in grado di predire il successo di un titolo, ancora prima di essere terminato, con alte percentuali di accuratezza

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Immaginate che un libro — con una previsione fatta dall’intelligenza artificiale, ma quasi infallibile — nel 90% dei casi non venderà: lo pubblichereste? È quello che sta per succedere in Germania e potrebbe a breve riguardare il resto d’Europa. Ne parla un articolo intitolato «La bomba atomica» sull’editoria, che non è passato inosservato. Anche perché ha aperto la sezione cultura della «Süddeutsche Zeitung», uno dei grandi giornali tedeschi, e ha presto invaso «l’infosfera» tedesca.

In breve, sta per essere introdotto a fine anno, nell’editoria tedesca, un software che predice le vendite dei libri con una precisione media dell’85%, con punte che arrivano al 99%. E no, non stiamo parlando di esperimenti o di strumenti secondari di apprendisti stregoni, ma del programma principale in uso — proprio per gestire le vendite — da gran parte dell’industria del libro tedesca: semplicemente, verrà aggiunta una funzione che, grazie all’Ai, farà compiere al programma un «salto quantistico».

Prima qualche dato. Dietro allo strumento c’è Media Control di Baden, che da decenni opera sul mercato e monitora quanti libri vengono venduti, in quale momento e dove, rendendo questi dati pubblici. Il 95% delle case editrici nell’area tedesca (incluse Austria e Svizzera) lo utilizza, così come gran parte delle maggiori librerie tedesche. L’idea iniziale era di programmare la gestione dei resi: ossia, fornire dati precisi per permettere alle librerie di ordinare la giusta quantità di libri, limitando le spese per le restituzioni. Poi però l’evoluzione è stata veloce. E il nuovo strumento che sarà disponibile da gennaio, chiamato Demandsens, è in grado anche di formulare previsioni di vendita, analizzando «attualmente più di cinque miliardi di dati in 1,3 secondi», utilizzando come criteri, tra gli altri, la notorietà dell’autore, la viralità del tema e il successo precedente di libri simili.

Non solo, ma la vera novità, quella più scioccante, è dietro l’angolo: finora si tratta di libri stampati, già pronti per essere distribuiti e arrivare in libreria. Molto presto — ed è questa l’estensione che sta testando Bearingpoint, la società di consulenza e software che ha sviluppato Demandsens per Media Control, guidata dal guru della digitalizzazione editoriale Frank Duscheck — si potrà agire anche sui libri non ancora scritti. In breve, basandosi su un solo exposé, il software basato sull’intelligenza artificiale sarà in grado di predire il successo con alte percentuali di accuratezza. Siamo ancora alla sperimentazione, ma non lontani dal lancio.

La domanda è: quale casa editrice può ancora permettersi di pubblicare un libro quando l’AI dice che al 95% non venderà? E poi c’è la questione dell’omologazione: con questi criteri, scrive la Süddeutsche, non sarebbero stati pubblicati i Buddenbrook, Annie Ernaux o Immanuel Kant, al di là del fatto che sono diventati successi commerciali. Il dibattito, anche morale, che si apre è lacerante, ma come si farà a resistere? L’intelligenza artificiale, si è visto a Francoforte alla Buchmesse, è il convitato di pietra dell’editoria.

30 ottobre 2024 (modifica il 30 ottobre 2024 | 18:04)

30 ottobre 2024 (modifica il 30 ottobre 2024 | 18:04)