Oggetti portatori di emozioni, così ci si appassiona alle cose

di Piero Di Domenico In esposizione ci sono preziosi cimeli ma anche portachiavi e giocattoli. Più di mille gli espositori provenienti da tutto il mondo e disseminati in quattro padiglioni

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Neanche i montanti consumi digitali sono riusciti a scalfire la passione dei collezionisti. Sempre accesa, come conferma la nuova edizione di «Mercanteinfiera Autunno», dal 12 al 20 ottobre alle Fiere di Parma. Rivolta agli appassionati di antiquariato, modernariato e collezionismo vintage, con possibilità di incrociare anche gioielli, firme dell’orologeria da collezione e moda d’antan.

Perché, ricorda la brand manager Ilaria Dazzi, «viviamo negli oggetti e gli oggetti dicono di noi, ci raccontano storie». Una manifestazione nata nel 1981 e partita con un’ottantina di espositori, oggi arrivati a più di un migliaio, disseminati in quattro

padiglioni e provenienti da tutto il mondo. «Abbiamo — spiega Dazzi — due tipologie di pubblico. La prima è costituita da coloro che operano nel settore, sono quelli che arrivano all’inizio per cercare le primizie disponibili. Poi ci sono appassionati e curiosi. Negli ultimi anni è cresciuto un pubblico più giovane, nella fascia tra i 30 e i 45 anni, che magari in precedenza aveva più difficoltà ad avvicinarsi al mondo del modernariato e dell’antiquariato, che sapeva un po’ di vecchio. Ci sono anche tantissimi ragazzi, che vengono a trovarci per la fascinazione che oggi il vintage esercita e che poi iniziano un percorso collezionistico».

Anche quest’anno «Mercanteinfiera» propone tre mostre collaterali, un paio nel solco della tradizione. A cominciare da «La forma del profumo: flaconi tra arte e storia», in collaborazione con la Collezione Monica Magnani. Argilla, vetro, porcellana capodimonte, madreperla, tagua e corozo alla scoperta del portaprofumo. Oggetti come una perfume box tedesca del XVII secolo, fatta in un periodo in cui il profumo aveva ancora una funzione balsamica e di protezione dalle malattie. O un flacone in vetro verde e ottone attaccato a una catena da orologio maschile, che mostra un cannone e alcune parole in bulgaro che significano «Società della Valle del Male Klisura» e la data 1876. In riferimento alla «Rivolta di aprile», quando molti villaggi bulgari si ribellarono all’Impero ottomano.

A un passato più recente si ispira invece «Beatlemania: a spasso nella storia dei Fab Four», in collaborazione con il Beatles Museum di Brescia e il patrocinio dei Beatlesiani d’Italia associati. Per celebrare i 60 anni di «A Hard Day’s Night», titolo della canzone oltre che dell’omonimo album e del film dei Beatles, simbolo dell’esplosione della Beatlemania in tutto il mondo.

La terza esposizione costituisce un’autentica novità, perché più che al passato rivolge lo sguardo al futuro. «Shoot for the moon: come abiteremo il nostro satellite», in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea Esa, proietta fuori dall’orbita terrestre. Fotografie, disegni e materiali avveniristici per cogliere gli aspetti del design spaziale e il suo fondamentale ruolo per tornare e restare sulla Luna, 54 anni dopo lo storico allunaggio di Apollo 11. «Vogliamo guardare — continua Dazzi — a temi contemporanei che fra qualche anno rientreranno anch’essi nel collezionismo. E poi i moduli abitativi sulla luna, a sentire l’Esa, non sono un’esperienza turistica così lontana. È anche un modo per ricordarci che oggi ci sono tipologie di collezioni molto diverse da un tempo, come i portachiavi». Tutti gli oggetti possono diventare oggetto di collezionismo, purché accendano una fascinazione.

Per Dazzi «collezionare appartiene al mondo dell’effimero, non è certo una necessità. Occorre perciò che l’oggetto stimoli ricordi e sensazioni tali da spingere all’investimento. In passato collezionare è sempre stato un po’ agé, richiedendo anche una certa capacità di spesa commisurata all’età. Ma con l’introduzione del web sono nate collezioni di oggetti che un tempo non sarebbero stati considerati degni di una tale attenzione.

Non dimentichiamo che sono cambiate anche le abitazioni, che un tempo avevano dimensioni tali da incentivare la ricerca di pezzi d’arredo». Quello che resta invariato è invece il peso del design, soprattutto per il pubblico non europeo, conclude Dazzi: «È il nostro biglietto da visita, la misura della nostra capacità di ingegno. Creatività e funzionalità a braccetto nella vita di tutti i giorni».

LA GUIDA – Dal 12 al 20 ottobre nei padiglioni di Fiere di Parma

Mercanteinfiera

Autunno 2024 torna dal 12 al 20 ottobre 2024 (10 e 11 ottobre giornate per operatori): l’appuntamento autunnale di Fiere di Parma dedicato all’antiquariato, modernariato e collezionismo ritorna dopo l’edizione primaverile, che ha registrato quasi 60.000 ingressi, circa 1.000 presenze espositive e oltre 6.000 buyer. Un’enciclopedia da sfogliare nei 4 padiglioni del polo fieristico, dove insieme al design d’autore, all’antiquariato, al modernariato e al collezionismo vintage ci sono i gioielli, le firme dell’orologeria da collezione (Rolex, Audemars Piguet, Vacheron Constantin). Una fiera internazionale che vede tra i protagonisti sempre più acquirenti della Gen Y (i nati tra il 1980 e il 1994), che secondo l’ultimo rapporto Deloitte rappresentano il 40% dei nuovi offerenti, interessati non solo a opere di artisti contemporanei, ma a design, borse e gioielli. Le informazioni per visitare la fiera sono sul sito
www.mercanteinfiera.it

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9 ottobre 2024 (modifica il 9 ottobre 2024 | 08:57)

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