L’ad Tomasi: «Investimenti e traffico, il 2024 un anno record»

di Daniela Polizzi «50 miliardi di km percorsi, ora tre grandi sfide»

Questo post è stato originariamente pubblicato su questo sito

«L’anniversario dell’Autosole è importante per noi ma lo è anche per il Paese. Ha

cambiato radicalmente la vita degli italiani, dando impulso allo sviluppo dei territori e delle economie, garantendo equità e accessibilità». Dopo le celebrazioni per i 100 anni della A8 Milano-Varese, Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, 0ggi taglia il nastro dei sessant’anni dell’infrastruttura che ha accorciato le distanze dell’Italia. «Osservando i grafici — dice — nei decenni il Pil italiano è andato di pari passo con i flussi del traffico sulla rete. L’Autostrada del Sole avvicina il Nord al Sud ed è con questa visione che fu concepita. Alla sua inaugurazione, Aldo Moro ricordava che la A1 collega “città e regioni, agevola i traffici, sviluppa l’economia, rende più vivo e più ricco il nostro Paese”».

Oggi saremmo in grado di ripetere un simile “miracolo” italiano?

«Da ingegnere mi emoziona pensare al coraggio e il genio di personalità come Zorzi, Carè, Krall o Michelucci, rappresentanti di un’ingegneria italiana che fece il giro del mondo e che seppe immaginare il futuro. È a loro che dobbiamo ispirarci, per assicurare alle nuove generazioni un’infrastruttura pronta alle nuove sfide della mobilità».

Quanto è cresciuto il traffico quest’anno?

«Il 2024 è l’anno del record di traffico nella storia del Paese: con quasi 50 miliardi di chilometri percorsi, abbiamo superato il record del 2007, soprattutto grazie al contributo del traffico pesante. In 60 anni il traffico è aumentato di quasi il 500%. Stiamo vivendo la settima rivoluzione della mobilità che presenta in sé tre grandi sfide».

«La prima è quella di rigenerare un’infrastruttura datata, mantenendo volumi di traffico in costante crescita. La seconda sta nel potenziamento di quei nodi della rete ormai saturi, assicurando la sicurezza del viaggiatore e la continuità economica dei territori. La terza riguarda l’efficienza e la sostenibilità della rete, salvaguardando la libertà degli spostamenti».

La strategia per i prossimi anni?

«Un player come Aspi ha potenziato in questi anni la propria capacità industriale, azione imprescindibile per affrontare queste sfide. Seguendo tale visione, sono andate crescendo le competenze del gruppo: da Tecne per l’ingegneria, ad Amplia per le costruzioni, oltre a Movyon, FreeToX ed Elgea per l’innovazione e la sostenibilità».

In termini di investimenti, di quanto stiamo parlando?

«Il 2024 vanta anche un altro record di Aspi: gli investimenti messi a terra in 12 mesi arriveranno a circa 2 miliardi su territorio nazionale. Questo dato spiega bene l’impegno del gruppo, tra opere di ammodernamento e potenziamento: dalla galleria San Donato alla riqualifica di Barberino in A1, dall’avanzamento dei cantieri propedeutici della Gronda a quelli del Passante, solo per citarne alcune. Il nostro Piano economico-finanziario, al vaglio del Mit, prevede 36 miliardi di investimenti nei prossimi 15 anni. Metà sono sulla rigenerazione della rete, l’altra metà potenziamenti degli assi di penetrazione alle grandi città. Naturalmente per poter affrontare le sfide che ci troviamo davanti, oltre alla certezza delle regole, è necessario trovare sistemi di riequilibrio in grado di sostenere la trasformazione. Ed è su questo che, con il Mit e le istituzioni coinvolte, ci stiamo confrontando.

Come vede il futuro della mobilità?

«La storia dell’A1 ci insegna che per fare grandi cose bisogna avere coraggio, capacità industriale e avere inoltre la lungimiranza di immaginare non solo il nostro bene, ma anche quello delle generazioni future».

Nella foto, il viadotto Marinella e la galleria Boscaccio nel nuovo tratto della A1 tra Barberino e Firenze Nord

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4 ottobre 2024 (modifica il 4 ottobre 2024 | 09:07)

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