Harding: «A Roma, rapito da Tosca»

di Valerio Cappelli Il nuovo direttore dell’Accademia concertistica apre il 21 ottobre la stagione all’Auditorium: «A Santa Cecilia con l’affabilità di Pappano»

Questo post è stato originariamente pubblicato su questo sito

Daniel Harding è il nuovo direttore musicale dell’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia e il 21 ottobre aprirà la stagione con Tosca in forma di concerto.

Maestro, l’ha già diretta?

«No, è la prima volta. E ho eseguito più Verdi di Puccini. Ma è l’anniversario e mi sono detto, se non la fai ora non la farai più. Mi sono completamente innamorato di quest’opera. Puccini era un perfetto uomo di teatro. Ma non amo parlare troppo di lavoro che non ho ancora interpretato, meglio dopo l’inaugurazione».

Un ricordo del suo debutto a Santa Cecilia, nel 1997?

«Arrivai in ritardo perché l’aeroporto di Berlino (la città dove ero assistente di Abbado ai Berliner) era stato chiuso e dovetti andare in un altro aeroporto. Ricordo un’orchestra gentile e aperta».

Lei ha detto che in Italia c’è la gioia di far musica.

(Sorride): «Anche nella mia Inghilterra c’è la gioia di far musica. Ma siamo più timidi, non abituati a mostrare i sentimenti. Diciamo che in Italia c’è la gioia di condividere il piacere di suonare. Nell’accezione più positiva del termine, è come se si avesse davanti un’orchestra giovanile. E quando arriva il concerto, non c’è paura di niente».

Lei ha 50 anni ma l’impressione è che sia un eterno ragazzo. Forse perché ha bruciato le tappe?

(Sorride di nuovo): «Come teen-ager ricordo quando mandai a Simon Rattle una mia incisione del Pierrot Lunaire di Schoenberg, mi disse: è accurata ma non hai capito nulla di questa musica. Io comunque ho 49 anni, è un dettaglio importante…Penso che non sia stato male aver cominciato così presto. Dirigo da 30 anni e mi considero ancora un debuttante. Suoniamo tutti le stesse cose da due, tre secoli e non abbiamo la chiave della perfezione».

Carlos Kleiber diceva di avere nostalgia di una perfezione che non si raggiungerà mai.

«E lo diceva con sincera umiltà. Lui, quel genio, era addolorato di non essere abbastanza bravo>.

Si parla sempre del suo secondo lavoro come pilota d’aereo. Ma come si organizza?

«Tra l’altro, pilotando, sono appena atterrato a Nizza. In genere volo sei giorni al mese, ma c’è flessibilità da parte di Air France, in ottobre per esempio lavorerò duramente a Roma e non volerò. Ogni sei mesi siamo sottoposti a una verifica di competenza».

Cosa le porta quest’esperienza?

«Il problema di un musicista è il calendario: non è naturale sapere in anticipo dove suonerò fra tre anni. E’ difficile convivere con questo ritmo di vita. Così ho bisogno di trovare i miei spazi, di alleggerire la testa per poi ritrovare libertà mentale come direttore d’orchestra».

Un passeggero l’ha mai riconosciuta?

«Quando dico il mio nome, prima del decollo, nessuno ci fa caso perché la gente è distratta, conversa col vicino, legge un libro…Ma proprio ora è capitato che una passeggera gentile mi abbia riconosciuto quando siamo atterrati, la mia cabina era aperta e mi ha chiesto l’autografo>.

È vero che lei talvolta comincia la giornata ascoltando un brano di Michael Jackson?

«Sì, My Girl, c’è una energia e una positività incredibile in quella canzone».

Qual è la prima cosa che vorrà rigodere di Roma?

«Sono talmente immerso in Tosca che non ci ho pensato. Non vedo l’ora di cominciare la prima prova, quando alzerò le braccia per la prima volta. Le prossime sfide saranno con le Sinfonie di Mahler e col Ring di Wagner. Cominceremo da Valchiria, perché funziona anche da sola. Poi Sigfrido, Crepuscolo degli dei e il quarto anno da L’Oro del Reno faremo tutta la Tetralogia in una stagione».

Che consiglio le ha dato Antonio Pappano, il suo predecessore, così amato a Roma?

«Ci siamo parlati al telefono. Toni è un uomo caldo, aperto, l’ho visto alla tv inglese e ho ammirato la sua capacità di esprimersi con passione, intelligenza, in modo che tutti capiscano. È contento che sia io il nuovo direttore musicale, spero di conservare la sua affabilità nel mio rapporto con i romani. Sono fiducioso».   

L’IDENTIKIT

Daniel Harding (1975), è il nuovo Direttore musicale dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, carica che aggiunge a quella di Direttore musicale e artistico della Swedish Radio Symphony Orchestra. Ruolo che ha coperto in passato anche all’Orchestre de Paris mentre è stato Direttore ospite principale della London Symphony Orchestra. Ha una passione per il volo ed è anche un pilota di linea qualificato

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30 settembre 2024 (modifica il 30 settembre 2024 | 07:54)

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