Siviglia, Jerez, Granada: il fascino dell’Andalusia in un incrocio di civiltà

di Chiara Galletti L’antico complesso di palazzi Alcazar Reale, ci incanterà con il suo stile mudéjar in una visita esclusiva solo per noi. Imperdibile poi la tappa a Jerez de la Frontera, capitale del flamenco e dello sherry, Cordoba, con la meravigliosa cattedrale-moschea fino a Granada, dove l’Alhambra si illumina di rosso al crepuscolo

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Non è Europa, non è Africa, non è America: l’Andalusia è la sintesi perfetta di tutti questi mondi. Una terra allegra illuminata dal Sole, dove perdono di senso le distanze che dividono l’Occidente dall’Oriente. E il viaggio firmato dal Corriere vuole mostrare proprio le due anime che si sposano nella regione spagnola: il fascino misterioso di un mondo lontano e la bellezza mediterranea della penisola iberica.

A Siviglia le culture più diverse convivono perfettamente. Nel cuore antico della città svettano le torri, come la Torre dell’Oro, che prende il nome dal suo antico rivestimento, che rifletteva un bagliore dorato sulle acque del fiume Guadalquivir. Ma ancora più famoso è l’alto minareto del XII secolo: la torre della Cattedrale di Siviglia, conosciuta come Giralda per la banderuola del XVI secolo che la sormonta. Risplendono gli ori nelle sale dell’Alcazar Reale, un antico complesso di palazzi costruiti a partire dal XIV secolo in stile mudéjar — tipico dei musulmani che continuarono a rimanere fedeli al loro stile e religione anche dopo la Reconquista cristiana — e rinascimentale.

Imperdibile una tappa a Jerez de la Frontera, la capitale andalusa del flamenco: è qui che si trovano le migliori scuole e si ammirano gli spettacoli più belli. Nella città nasce lo sherry nel 1954: fu il pirata Francis Drake a dargli il nome storpiando all’inglese la pronuncia spagnola di «Jerez», e tutt’oggi è possibile fermarsi a degustare il vino liquoroso nelle cantine della città. Si va a Ronda per ammirare la selvaggia natura spagnola. Una gola profonda 150 metri taglia la città, separando la parte antica dall’area più moderna. Fiabesco il Puente Nuevo: l’arco che, attraversando lo strapiombo, riunisce le due metà.

Ma il cuore dell’Andalusia è a Granada. l’Alhambra, alta su una rocca, fu costruita nel XIII secolo e abbandonata dai Mori nel 1492 di fronte alla Spagna cristiana di Ferdinando di Castiglia e Isabella d’Aragona. È lo scrigno in cui si snodano splendidi giardini, palazzi reali e residenze di sultani, tanto da essere definita una delle sette meraviglie del mondo moderno. Il suo nome deriva dall’arabo «al-amr», che significa «La Rossa»: i suoi bastioni si colorano di rosso alla luce del crepuscolo, e si rivestono d’oro con la suggestiva illuminazione notturna. È un luogo di incanto, dove la cultura islamica acquista la sua forma più bella. Non a caso è inciso sulle sue mura il verso del poeta Francesco Icaza: «Dagli un’elemosina, donna, perché non c’è nella vita pena peggiore che essere cieco a Granada».

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Nella foto, tra le tappe del viaggio ci sarà anche Cordoba, importante città romana
e uno dei principali centri dell’Islam nel medioevo (Ph. Sean Pavone/Getty Images)

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19 settembre 2024 (modifica il 19 settembre 2024 | 16:00)

19 settembre 2024 (modifica il 19 settembre 2024 | 16:00)