Stampa Reperto = Stampa Memoria

STAMPA REPERTO = STAMPA MEMORIA

Vancouver BC

hotel_europe“Sono lieto che la colonia di Vancouver possegga finalmente un giornale italiano che risponda all’esigenze di tutti e rappresenti l’intera colonia italiana dignitosamente davanti agli stranieri….. Ed ecco appagato il desiderio di tutti;  l’Italia del Canada ha ormai assicurato un lieto avvenire e riesce qui a ognuno interessante perchè essa è sempre corredata di notizie del luogo e poi serve a mantenere in noi sempre alto il sentimento patriottico”. A chi appartiene questo stile espressivo? a quale epoca storica? e a quale giornale ci si riferisce?
Si parla tanto, a proposito e a sproposito, della crisi dell’editoria – e dei media in generale – come conseguenza dell’attuale crisi economica mondiale. Ma quale altro settore non ne risente? Si discute sullo scombussolamento subito dalla stampa cartacea a causa del vertiginoso aumento e consumo dei notiziari in rete. Nuove forme di comunicazione, rapide e veloci, sono a disposizione di chiunque possa e voglia servirsene. La rete, il web, la comunicazione globale. Da cogliere al volo, acchiappando notizie quasi inafferrabili. Passa e cancella. Come faranno figli e nipoti dei nostri figli a leggere, fra un secolo, quanto si sta volatilizzando nel nostro presente? a conoscere e studiare il passato per indagare le origini e il senso della loro stessa storia? Ci si augura che non tutto vada perduto, che nuove forme di archivio si aggiungano alle tradizionali, finora capaci di soddisfare la curiosità e la pazienza di quanti cercano e vogliono sapere.
Nonostante tutto, in molti crediamo che il giornale di carta non morirà. Come non morirà il libro. Ambedue da tenere tra le mani, da toccare leggendo, da godere in silenzio, necessaria pausa di tranquilla conoscenza tra tanto frastuono e tanta disumana fretta. Certo, dovranno tecnicamente aggiornarsi.  Specialmente il giornale – in particolare quello rivolto ad una specifica comunità di lettori – dovrà individuare forme e contenuti originali per essere veicolo di utile informazione e di libera, assolutamente non coatta, opinione. Il servizio al lettore deve rimanere l’obbiettivo primario di una stampa seria. Tutto il resto viene dopo. Il discorso si farebbe lungo…. ora le domande iniziali aspettano risposta.

Colonia italiana di Vancouver? Oggi si parla di comunità, ma quasi un secolo fa l’Italia era in regime monarchico e ragionava in termini di colonie. Il brano citato è estratto da una lettera, indirizzata al “Pregiatissimo Signor  Direttore” de L’Italia del Canada dall’allora presidente della Società Figli d’Italia, G. Rocco Scatigno (*). Il testo della lettera è pubblicato in prima pagina dell’edizione del 25 marzo 1911, VOL. I, No. 23. Dirigeva il giornale, per conto dell’ Italia Publishing Co. con sede al 166 di Hasting Street, Angelo Fuini, business manager era Leone Cepparo. L’abbonamento annuale costava due dollari e mezzo.  Che cosa offriva il giornale? soprattutto notizie locali, utili alla comunità, pardon, alla colonia.  L’ampio articolo di fondo è dedicato a documentare e commentare le esibizioni canore, nella Grand Opera House, del tenore Alessandro Bonci, “il divo, il caro Bonci che mise tutti in delirio”.  “Il cantante dei grandi repertori, dei grandi teatri, dei grandi pubblici” che “per una settimana di seguito, con la sua presenza e la sua democrazia, ha soddisfatto ai desideri del piú umile connazionale”.  Descritto nei minimi dettagli – menú, decorazioni, lista degli intervenuti – un ricevimento in onore dell’artista e della moglie al London Hotel, di proprietà di T. Cianci e A. G. Marino. Situato al 700 della Main all’angolo con Harris Street, l’albergo gestito dai due impresari italiani, è definito da un’inserzione pubblicitaria “Hotel di primissima classe, (con) il piú vasto e piú elegante bar della città, stanze riccamente ammobigliate (sic!) da $1 in su per notte, spaccio di vini, liquori e sigari di primissima qualità, e magnifico restaurant all’europea….”.
ferrara_courtA due passi dal London c’era il recapito di Agostino G. Ferrera, Agente consolare di Sua Maestà il Re d’Italia: “Ufficio per comodità degli Italiani residenti nell’Ovest del Canada”, orario di apertura dalle 10 della mattina all’una pomeridiana. Mentre la sede ufficiale dell’Agenzia, definita Ufficio Regolare, si trovava al 970 di Burrard Street. Un massiccio edificio del centro città testimonia tuttora la  storica presenza a Vancouver del cavalier Ferrera (vedi foto Ferrera Court).  Erano gli anni dei primi insediamenti di famiglie italiane, una Little Italy che all’epoca non superava il migliaio di persone. Tra i cognomi – a parte i già nominati – sono citati in cronaca i Parisi, gli Anderlini, i Marchesi, i Carrelli, proprietari del famoso Klondike Hotel…. e ancora i Borio, Masi, d’Auria, Dompe, Cocco, Frederici, Valeri, Palli, Cepparo. E poi i Rubino, Sampietro, Galletti, Cassadei, Desantis, Saggesi, Spatari, Grandi, Bertocchi…..  Giuseppe Pini era proprietario di una “Sala da Bigliardo” (sic!) con otto grandi tavoli in Abbott Street. Di sale da biliardo gestite da connazionali ce n’era piú d’una, come quella del King’s Hotel & Saloon dei soci Gallia e Galli, e l’altra dei Brandolini, che offriva “assortimento di sigari, tabacchi e bevande rinfrescanti”, oltre a tenere “a disposizione del pubblico una ricca collezione di libri italiani”.
A ripercorrere oggi le cronache e le inserzioni pubblicitarie contenute nel reperto storico che è L’Italia del Canada, il primissimo giornale italiano del far west canadese – pubblicato prima della grande guerra e dell’avvento del fascismo (**) –  c’è da immaginare tutto un mondo pionieristico affascinante anche se duro e difficile. Ma era sicuramente un mondo fatto di donne ed uomini coraggiosi, intraprendenti, autosufficienti, solidali tra loro, nonostante qualche comprensibile scaramuccia tra “sudisti” e “nordisti”, eredità d’origine trascinatasi poi nel tempo.  Fieri tutti della loro italianità, erano contemporaneamente aperti e partecipi alla società che li aveva accolti. Lavoravano sodo, ma sapevano divertirsi e socializzare con sani passatempi.  In Granville, in pieno centro città, il Teatro di Famiglia offriva spettacoli bisettimanali (prezzi d’ingresso 5 e 10 cents). La Europa Grocery dei Crosetti importava fin da allora generi alimentari e specialità dall’Italia, oltre che da altri paesi europei. The Canteen, di Borio&Paris, si definiva “un grande emporio di vini e liquori”. Già esisteva la Venice’s Bakery dei fratelli Battistoni, specializzati nella “lavorazione di Pane Francese, Italiano e Americano” (!). E c’erano le famose serate di Dinners and Dances, cui sicuramente avranno presenziato anche molti altri noti italiani, non nominati nell’edizione di cui sopra (interessante e rivelatore, di un giornale comunitario, leggere anche le assenze, o le omissioni, spesso volute di proposito). Sappiamo, per esempio, che in quel periodo Angelo Calori aveva realizzato in Gastown l’Hotel Europa (vedi le 2 foto), edificio tuttora  parte essenziale di Heritage Vancouver, e che Filippo Branca si era staccato, proprio nel 1911, dalla Figli d’Italia per fondare con altri corregionali la Società Veneta.  Varrà la pena di approfondire la ricerca in occasione di una progettata Mostra della stampa italiana prodotta a Vancouver nel corso di un secolo. La storica rassegna troverà appropriata ospitalità nello spazio museale del Centro culturale italiano. Ne terremo informati i lettori.
Nel 1905 era stata istituita la seconda parrocchia cattolica della città, riconsacrando l’edificio di una precedente chiesa protestante all’angolo di Keefer Street e Campbell Avenue.  La Sacred Hearth Church, al centro della primissima Little Italy, proprio nel 1911 ebbe il suo primo sacerdote di lingua italiana nel reverendo Luigi Giambastiani, assistente dell’allora parroco irlandese. Non si fa cenno – in questa antica copia dell’Italia del Canada – a realtà o eventi religiosi locali. In una serie di brevi notizie dall’Italia e dal mondo si parla della cremazione del Re del Siam, Chulalongkoru, e della solenne cerimonia, avvenuta a Torino, del cinquantenario del Regno d’Italia, oltre che di un processo di Camorra celebrato a Viterbo. Si annuncia da San Francisco l’imminente arrivo nella baia di Vancouver dell’incrociatore Etruria in visita ai porti del Pacifico. Personalmente interessante per me la notizia, dalla mia Vicenza, dei funerali dell’illustre scrittore vicentino Antonio Fogazzaro, che “ebbero carattere plebiscitario”. Nel 1911, anno della nascita di mia madre.

(*) La Sons of Italy Mutual Aid Society, prima associazione di italiani a Vancouver, era stata fondata nel 1904. Ne avevo scritto in occasione del centenario. Vedi Amarcord in bianco e nero, Settembre 2004

(**) Orientamento fascista ebbe il quindicinale L’Eco Italo-Canadese, fondato da Bruno Girardi nel 1937. Il giornale non sopravvisse alla II Guerra mondiale. Per merito di Pierino Mori di Pietro Mainardi nel 1956 nacque il bi-settimanale L’Eco d’Italia. Vedi Il quarto potere degli italofoni, Giugno 1999 e Pluralita’ antiplagio, Aprile 2002.