Padre Giovanni Bonelli (1921-2010)

 humilitas-logoDall’Umbria al mondo
seminando gioia e bontà

Chi a Vancouver, specialmente nell’ambito della comunità italiana, non ricorda lo scalabriniano padre Giovanni Bonelli? Un furetto di uomo, sempre sorridente, disponibile all’ascolto e alla partecipazione. Felice di essere nato nella terra di san Francesco d’Assisi e di essersi poi proiettato nel mondo come missionario dei migranti. Ricordo un articolo-intervista che gli dedicai quasi un ventennio fa, quando lavorava nella locale parrocchia di Our Lady of Sorrows e curava, tra l’altro, una seguitissima rubrica radiofonica domenicale. Era un antesignano di questo genere di comunicazione. Oggi sicuramente sarebbe stato impegnato anche in televisione e rete. I suoi obiettivi? Informare, far riflettere, dare coraggio, invitare alla speranza cristiana.

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“Ho sempre avuto una passione per l’apostolato radiofonico – mi disse allora – incominciai trent’anni fa, a Chicago. E poi ho continuato ad Edmonton in Alberta, e a Windsor in Ontario, e di nuovo a Chicago e ad Edmonton quando ci sono andato come parroco”. Parlando della prima trasmissione radiofonica andata in onda ad Edmonton, quando ancora non c’era la chiesa di Santa Maria Goretti e la popolazione italiana si riuniva nello scantinato della parrocchia di lingua inglese, padre Giovanni precisò: “Eravamo nel 1957, alla viglia di Natale. Il primo contatto con la comunità avvenne via radio. Fu come una bomba! Una stazione radio francese ospitava allora gratuitamente la voce scalabriniana. Mentre oggi costa come fosse pubblicità di un prodotto superfluo, e non cibo necessario allo spirito”. E per quanto si rifeviva a Vancouver?  “Nel 1968, con padre Pietro Sordi gli scalabriniani avviarono le trasmissioni radiofoniche domenicali da Blaine, località statunitense al confine con la British Columbia. Il costo era modesto: molto inferiore a quello attuale. Il sacrificio fu affrontato in vista del grande bene che può derivare agli ascoltatori”.

Giovanni Bonelli era nato il 17 giugno 1921 a Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia. “Da una famiglia numerosa di contadini umbri, una famiglia molto religiosa, che desiderò avviare al sacerdozio almeno uno dei cinque figli” (sono parole sue). Dall’Umbria natia – nonostante il “bagno” veneto a Bassano del Grappa al tempo degli studi superiori e quello piacentino per i corsi di teologia – aveva assorbito il senso della letizia francescana che avvicina e rasserena, e la bella parlata perugina, limpida come acqua di fonte. Adolescente, lasciò il paese natale. “Sono partito per il seminario il giorno in cui scoppiò la guerra per l’Abissinia”….  Ordinato sacerdote l’8 settembre 1947 a Bassano del Grappa, inviato negli Stati Uniti e assegnato alla parrocchia di Santa Maria Incoronata di Chicago, Illinois, di cui fu “associate pastor” fino al 1952, lo fu successivamente anche di Santa Lucia. Dal 1955 al 1958, sempre a Chicago, servì la parrocchia di Our Lady of Pompei. Andò poi Edmonton, dove fu assistente e – dopo un altro intervallo a Chicago – parroco di Santa Maria Goretti, dal 1965 al 1974. Seguirono dieci anni di apostolato a Windsor, e quindi un altro decennio (1984-1994) tra Chicago, Burnaby e Vancouver.

bassano2008-padre-bonelliMa casa sua era diventata Edmonton, dove “nel 1998 Santa Maria Goretti fu benedetta nell’averlo di ritorno – dice una biografia diffusa tra i fedeli – ed egli rimase a Santa Maria fintantochè gli scalabriniani consegnarono i servizi parrocchiali all’arcidiocesi, nell’inverno 2002”. Padre Bonelli in pensione? Mai! anche se nel 2003 fu inviato a Villa Scalabrini nella californiana Sun Valley e nel 2005 in Italia, prima ad Osimo e poi a Bassano del Grappa, dove si spense all’alba del 30 agosto 2010. Nove vitalissimi decenni, pieni di energica e gioiosa dedizione a Dio e al prossimo. L’avevamo incontrato due anni prima, mio marito ed io, alla Villa San Raffaele. Con noi c’era il direttore d’orchestra Mario Bernardi, in visita nell’asolano alla famiglia d’origine. Padre Giovanni era tutto un sorriso, tutto un racconto. Decidemmo di andare insieme a colazione in una tipica trattoria bassanese. Ci precedette a piccoli passi veloci, l’avresti detto un giovanotto. E poi ci fece da guida alla bella sede degli Scalabriniani, dove era tornato dopo una vita spesa da migrante tra i migranti.

A Vancouver, un giorno gli chiesi “E i giovani, come rispondono?” “Sono numerosi, ma non sarà con la lingua italiana che si potranno  coinvolgere. Quando vengono, vedono in noi il paternalismo, il  vecchio stile, anche se cerchiamo di partecipare. Gioco a pallone anch’io, nonostante l’età…. Quanto potremo andare avanti?…. Finchè c’è una lingua comune, che consente di comunicare, la gente può capire e seguire. Ma poi, chi parlerà, chi sarà interessato?…. Oggi intanto  dobbiamo continuare a comunicare!”  Un messaggio molto chiaro, un’eredità lasciataci dal carissimo padre Bonelli.

Anna M. Zampieri Pan

Nel 1997 a Vancouver padre Giovanni Bonelli era stato indotto, per meriti socio-umanitari, nella Hall of Fame del Centro Culturale Italiano. Nel 1983 era stato onorato ad Edmonton con il premio Italian of the Year, per avere dimostrato eccezionale dedizione e impegno personale in favore del miglior bene della comunità.

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