Anna M. Zampieri Pan
Oltre un secolo fa, a marzo 1911, usciva L’Italia del Canada, il primo giornale di lingua italiana prodotto nell’allora venticinquenne Vancouver. Edito dall’Italia Publishing Co. e diretto da Angelo Fuini, il periodico si proponeva di ‟rispondere all’esigenze di tutti e rappresentare l’intera colonia italiana dignitosamente davanti agli stranieri”. Offriva innanzitutto notizie locali e cronache dal Canada, oltre a succinte informazioni dall’Italia e dal mondo. Consistenti e rivelatrici le inserzioni pubblicitarie di ditte italiane all’epoca operanti nella giovanissima città. A ripercorrere oggi quei fogli ingialliti, pubblicati prima della grande guerra e dell’avvento del fascismo, c’è da immaginare un mondo pionieristico affascinante, anche se duro e difficile. Ma era sicuramente un mondo fatto di donne e uomini coraggiosi, intraprendenti, autosufficienti, solidali tra loro nonostante qualche comprensibile scaramuccia tra ‟sudisti” e ‟nordisti”, eredità d’origine trascinatasi nel tempo.i
Non si conosce la durata in vita di quel primo giornale comunitario, che probabilmente cessò le pubblicazioni nel corso della prima guerra mondiale, ma si ha prova certa della nascita, il 9 ottobre 1936, de L’Eco Italiana, proprietari Giulio Trevisol, Leo Cecarini, Louis Marino e Bruno Girardi, il capo-cordata che in qualità di direttore-editore lo gestirà dal 1937, ri-denominandolo L’Eco Italo-Canadese. La dichiarazione d’intenti dell’Eco, rivolta a ‟tenere più compatta e unita la fratellanza italiana della colonia di Vancouver” è contenuta in un editoriale nel quale si afferma, tra l’altro, che ‟non avendo nessun soggetto politico da trattare, questo giornaletto avrà l’aspetto di pura neutralità” (sic!). Si era in piena era di propaganda fascista, i contenuti del giornale erano ispirati prevalentemente dall’allora Regio Vice Console che – oltre a passare regolarmente alla redazione del tabloide le famose veline del regime preparate a Roma dalla Minculpop – in un suo messaggio ai lettori aveva affermato: ‟Fate che la vostra italianità si espanda e si tempri, rivolgendo il pensiero alla Patria lontana ma sempre presente nel nostro spirito, a Roma eterna, a S.M. il re Imperatore e al Duce che, col suo genio, ha condotto l’Italia ad altezza insuperata”.ii
L’Eco Italo-Canadese avrebbe cessato le pubblicazioni nel 1940. Un quindicennio dopo, il 25 maggio 1956, entrava in diffusione nel Canada occidentale il longevo settimanale di Mainardi e Mori, L’Eco d’Italia, concepito l’anno prima dai due generosi e solidali amici. Un giornale la cui testimonianza, in oltre mezzo secolo di presenza comunitaria, non s’è ancora estinta. ‟Più che un giornale polemico e culturale, vuole essere un apportatore di notizie utili agli emigranti in questo lontano lembo di terra canadese” scriveva allora Piero Mainardi. Era in corso la seconda grande ondata migratoria dall’Italia e molte erano le famiglie giovani che si stavano insediando nel Canada occidentale. Secondo quanto raccontatomi anni or sono da Pierino Mori (era il 1985 e stavamo celebrando il trentennio dell’Eco d’Italia, settimanale che allora io stessa dirigevo), a metà anni Cinquanta ‟a Vancouver non arrivavano giornali italiani, se non qualche volta, quando qualcuno veniva da un viaggio. Non c’erano collegamenti aerei….” e ancora ‟il giornale era una cosa di necessità, era il perno della comunità….. Allora eravamo giovani e vivevamo di ideali” mi disse Pierino Mori. È ancora oggi così?iii
Dopo un decennio di attività costante e fedele, L’Eco d’Italia, diventato per un certo periodo bi-settimanale con una speciale edizione sportiva, fu rilevato da Cesare Tofini che dal 1966 lo condusse per circa un decennio, fino alla tragica scomparsa. Gli succedette Pia Tofini, che ne affidò la direzione a Franco Cotichini. Fece seguito un breve turbolento periodo di gestione del giornale da parte di Pino Didon, contrassegnato da accese polemiche tra la Italian Folk Society e la Confratellanza italo-canadese (con contrapposizione di idee e progetti tra il console Germano e il giudice Branca in ordine alla realizzazione del Centro culturale italiano, aperto poi in settembre 1977). Nel 1978 la testata fu acquisita dalla Azzi Publishing di Roano Azzi, che la cedette a sua volta, nel 1983, alla Scala Publishing presieduta dal compianto padre Giuseppe Ponti. Nei primi anni Novanta, gli scalabriniani passarono la testata alla Zone Publishing del tipografo Ezio Malito, che dopo breve transizione la vendette a Dan Iannuzzi (fondatore del Corriere Canadese di Toronto), il quale ne affidò la gestione a Rino Vultaggio, che a Vancouver – attraverso i vari passaggi di proprietà, tra cui quella del defunto Enrico Polacco – rappresentava la testata del Marco Polo. Il mensile, uscito fino al 1978 sotto la direzione di Anna Terrana, era stato ideato nel 1974 in contrapposizione all’Eco d’Italia, considerato dai più recenti immigrati non rappresentativo delle loro aspettative comunitarie e culturali.iv
Impegno che va doverosamente segnalato quello del tecnico dell’informazione (managing editor) Michele Coviello, testimone oltretutto da metà anni Settanta in poi di tutti i passaggi di proprietà sia dell’Eco d’Italia che del Marco Polo, per ambedue i quali ha lavorato con competenza e passione, e le cui capacità sono state valorizzate soprattutto nel periodo finale di gestione scalabriniana. Posso testimoniare che con la Scala Publishing vigeva un clima di grande fervore e di reciproca fiducia, costruttivo e stimolante per l’intera comunità.v
Due i giornali di lingua italiana prodotti attualmente a Vancouver: il Marco Polo, settimanale della Marcopoloworldnews Publishing e l’Altra Campana, periodico edito da L’altracampananews. Rino Vultaggio e Carmelo Vella i rispettivi responsabili. Il Marco Polo afferma in testata di essere “The first Italian newspaper in Western Canada, serving the Italian-Canadian community since 1956”, in ciò riconoscendo l’eredità del glorioso Eco d’Italia fondato da Piero Mainardi e Pierino Mori, ma con un errore contenuto in quel first: non è infatti né il primo né l’unico. Per qualche tempo si leggeva, sempre in testata del Marco Polo, la scritta ex L’Eco d’Italia, mutata recentemente in The Echo of Italy. La fusione Eco-Marcopolo operata da Rino Vultaggio dopo alcuni tentativi di ridare impulso e più larga diffusione al settimanale italiano del Canada occidentale tramite combinazioni societarie (come, ad esempio, con i gemelli Papalia di Montreal e con la famiglia Sicoli di Edmonton) è sfociata in anni recenti nel controllo da parte della Marcopoloworldnews dell’intera proprietà del giornale. Il settimanale, di 24-28 pagine in
formato tabloid, copertina e ultima pagina a colori, è redatto e trasmesso dall’Italia via rete da Alfredo Iannaccone (managing editor), utilizzando tra l’altro i servizi di alcune agenzie stampa. Fa parte del Consorzio Giornali Italiani Trans Oceanici oltre che della Canadian Ethnic Press Federation. Sovrabbondante di notizie politiche dall’Italia, di cronache sportive e di rievocazioni storiche, dedica normalmente le due pagine centrali a fotocronache comunitarie. Contiene rubriche di passatempi vari ed è ricco di pubblicità locale. ‟Quindicinale indipendente in lingua italiana di cultura e attualità” si definisce L’Altra Campana, nato a fine 2001 con l’intento di costituire una voce alternativa, dal momento che “Le comunità vengono plagiate se non c’è pluralità di informazione”, affermazione tuttora riportata in testata. Publisher-Editor è A. C. Farrell, direttore-redattore Carmelo Vella, l’Altra Campana esce in formato tabloid di 20 pagine, riporta notizie e commenti sui fatti italiani, canadesi e internazionali, cura cronache e fotocronache associazionistiche e gode del sostegno di parecchie ditte locali.vi
Per concludere, poiché sempre di informazione comunitaria si tratta, va sottolineata la pluridecennale presenza dei media radiofonici e televisivi: Radio Amici e Telitalia, prodotti da Vito Bruno. E inoltre l’Italian Program di Maria Fierro – ex editrice-direttrice del periodico Canada Mirror/Italia allo Specchio – ampiamente diffuso dalla multiculturale Fairchild Radio.vii
Un cenno va fatto inoltre a due eccellenti pubblicazioni in lingua inglese edite a Vancouver per iniziativa del noto gioielliere Pasquale Cusano, fondatore e publisher: NUVO, lussuosa rivista in carta patinata largamente distribuita in Nordamerica dal 1999, e Montecristo, altro interessante periodico quadrimestrale stampato su carta di riciclaggio.
Sono oltre cento anni di stampa comunitaria che andrebbe letta, riletta e studiata in tutti i suoi contenuti e passaggi, per ricostruire un secolo di storia degli italiani insediatisi sulle sponde del Pacifico canadese. Per conoscere, tramandare e valorizzare. Importante – senza forse il punto più alto toccato nel 1985 – è stata la significativa vivacissima tavola rotonda allora promossa dalla direzione dell’Eco d’Italia per esplorare i temi “Ruolo e funzione della stampa etnica nel paese di accoglimento” e “Il giornale etnico per la conservazione e la diffusione della lingua del paese d’origine”. Rispettivi relatori sono stati l’indimenticabile sociologo scalabriniano Gianfausto Rosoli e la docente della UBC Stefania Ciccone. Altri ventidue giornali etnici diffusi in British Columbia avevano potuto partecipare ai lavori grazie ad un servizio di traduzione simultanea italiano-inglese.
Qualche considerazione ricavata allora, e tuttora valida? Il giornale etnico deve operare sintesi feconde, non deve quindi essere ripetitore di messaggi altrui o di diktat esterni. Deve rivendicare il suo ruolo di ponte tra due società e due culture, aggiornando continuamente metodi e forme di presentazione. Operando in un contesto multiculturale, deve adoperarsi per fare cultura e non solo informazione spicciola. Ha bisogno di indipendenza morale, di mantenere il suo spazio di giudizio critico e autonomo, di non mostrarsi subalterno, opponendosi ai tentativi egemonizzanti la comunità etnica da parte di vecchi o nuovi notabili. Il giornale etnico (il concetto va esteso anche alla radio e alla televisione) deve portare avanti l’ impegno per una battaglia contro le varie forme del pregiudizio e del razzismo, latente o esplicito; ma anche contro i vari integralismi culturali, evitando pure le esagerazioni a favore del proprio gruppo etnico e le ingenue enfatizzazioni nazionalistiche. Deve saper trovare spazi aperti ai giovani, che maggiormente soffrono per il disorientamento e la perdita di valori morali e culturali, ma che mostrano anche atteggiamenti di disponibilità e di invenzione insospettabili. Operando tra comunità etniche diverse, portatrici di messaggi culturali diversi, la ricerca e la invenzione dei valori comuni, unificanti, contro i vari integralismi laicisti o confessionali, diventa opera di pacificazione, ci indicò allora padre Rosoli. Perché il giornale etnico ha un messaggio implicito di pace, avvicina i popoli e li dispone al dialogo: ciò che particolarmente avviene in emigrazione.
E siamo al 2013. Non solo la grande stampa nazionale e internazionale è su Internet, lo sono anche molte testate etniche. Le notizie corrono, circolarmente, più veloci della stessa possibilità di catturarle. I gruppi di opinione, di discussione e di scambio si incrociano e si moltiplicano. Quando il giornale cartaceo esce, per molti le notizie che riporta sono già vecchie. Non per questo il suo ruolo di collante e voce delle comunità italiane, è venuto meno: purché ne sia espressione autentica e libera, voce delle loro multiformi esigenze e realtà, fonte necessaria di conoscenza per chi – in Italia o fuori d’Italia – voglia dialogare per poter poi costruire insieme.
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La prima versione del testo di questo saggio, qui aggiornato, è stata pubblicata nel volume Veneti in Canada, a cura di Gianpaolo Romanato, Ravenna, Longo Editore, 2011.
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Giornalista vicentina trasferitasi in Canada negli anni Ottanta. Dopo tre decenni di impegno nel settore dell’informazione in Italia, ha diretto (1983-1990) L’Eco d’Italia di Vancouver. Ha collaborato e tuttora collabora a giornali e riviste di emigrazione in Italia, Canada, Stati Uniti. Autrice di Missioni di ieri Frontiere di oggi (2007), Personaggi&Persone (2008), Presenze italiane in British Columbia (2009).
Ha contribuito a Veneti in Canada (Longo 2011) e ha in preparazione Corsivi&Cronache.
i
Anna M. Zampieri Pan, “Pagine italiane”, Messaggero EMI, luglio-agosto 2009; Bibliosofia/Canada, n. 98, seconda serie.
ii
Idem, “La gloria e il trionfo…. a parole”, Messaggero EMI, giugno 2010.
iii
Idem, “L’Eco d’Italia, un’epopea tra le rotative”, Messaggero EMI, febbraio 2010; Bibliosofia/Canada, n. 99, seconda serie.
iv
Idem, “Marco Polo, per esplorare l’attualità”, Messaggero EMI, Settembre 2010.
v
Raymond Culos, “Print Publishers”, in Vancouver’s Society of Italians, Vol. II, 2002, 105-12.
vi
Anna M. Zampieri Pan, “Pluralità antiplagio”, Messaggero EMI, Aprile 2002.
vii
Idem, “Maria Fierro, dalla stampa alla radio”, Messaggero EMI, Febbraio 2011.