CANADA. L’ESPERIENZA UMANA DI DALANNAH GAIL BOWEN
L’artista, che porta nel suo Dna l’emblema della multiculturalità, racconta la propria storia, fatta di dolore e di redenzione, fino al rinnovato impegno artistico e sociale.
Vancouver
Un pizzico d’Italia su stoffa
L’artista Dalannah Gail Bowen e alcune sue creazioni. Il gruppo del Club femminile che ha realizzato un quilt raffigurante la penisola italiana. Da sinistra, in piedi: Pia Salvador, Carla Brunoro, Anna Balliana, Carolina Tivoglio, la signorina Lina del DECA, Sandra Bonafede, Gemma Scotton, Maria Piccoli, Nives Udonic, Elena Pettenon e Augusta Girardello. Sedute: Rosetta Cagliuso e Maria Minici.
La donna, in semplicissima tunica estiva dai tenui colori, stava appoggiata alla parete di fondo della saletta dov’erano sedute una cinquantina di «tecnica della salute», stava illustrando e dimostrando alle socie del locale club femminile italiano le potenzialità di un programma computerizzato in grado di captare e segnalare lo stato di benessere o malessere mentale e fisico di una persona. Argomento davvero interessante. Le domande da parte delle partecipanti alla riunione si susseguivano senza sosta. L’autorevole presidente del club decideva, quindi, che era arrivato il turno di quella donna matura, una ultrasessantenne dai capelli ricci brizzolati e raccolti in una lunga e folta «coda di cavallo». Le aveva chiesto di poter parlare al gruppo di donne italiane. Gemma Scotton aveva accettato la proposta, curiosa ella stessa di co•noscere i particolari di un progetto orientato alla realizzazione di un Community Quilt, legato alle iniziative del Downtown Eastside Centre for the Arts. in ambito comunitario italiano non se n’era mai sentito parlare. Di che cosa, dunque, si trattava?
La donna, Dalannah Gail Bowen, occhi rilucenti in un volto dalla pelle brunita e dai lineamenti indigeni, l’avrebbe spiegato dopo essersi presentata, con la sua storia di dolore e di redenzione. «Sono una afro-canade•se-cherokee, madre, amica e sorella. E sono anche un’attrice, un’attivista sociale e, data la mia lunga esperienza di vita, molto di più. Da bambina ho subito violenza, sono fuggita e sono vissuta per strada. Ero senza casa. Sono stata a lungo consumatrice di droga. Mi sono persa e mi sono arresa. Oggi sono musicista e commediografa, scrivo e pubblico poesie. Sono diventata una leader della comunità: ho creato, organizzato e tutt’ora dirigo il Downtown Eastside Centre for the Arts». il silenzio in sala s’era fatto profondo, quella donna stava raccontando una storia tremenda vissuta sulla sua pelle. Ero affascinata e commossa. L’avrei poi abbracciata. Ma volevo anche saperne di più. Ed ecco allora il seguito del racconto.
Il viaggio di ritorno
«Desidero condividere la mia storia – dice Dalannah, il nome della sua “rinascita” – perché sono convinta dell’importanza dell’arte nella realizzazione del potenziale umano di ognuno, dell’importanza di incoraggiare l’idea che esistono possibilità alla portata di tutti. nella nostra comunità, il quartiere di Vancouver Eastside, il più povero di indirizzi postali del Canada, abbiamo una vasta schiera di talenti virtualmente sconosciuti e non valorizzati. La nostra filosofia – come quella di Bill Strickland, del famoso Manchester Bidwell di Philadelphia – è che “la gente nasce a questo mondo come un bene, non come un peso morto”».
nel settembre 2004 la famosa cantante di jazz e blues Gail Bowen
– nome con cui la nostra protagonista è conosciuta negli ambienti musicali canadesi e californiani – ha avuto un infarto. «Stavo cercando una via di uscita dalla mia atroce esperienza di vita e mi ero arresa del tutto. Camminavo, o meglio mi trascinavo, in una terribile foschia mentale. Sono stata allora invitata da terry Hunter e dalla Vancouver Moving theatre Company (ai quali sarò per sempre grata) a un’audizione per una commedia. Ho ottenuto una parte. Anche se ero ancora un’attiva tossicomane, sono riuscita a lavorare responsabilmente: è stata una buona esperienza». «Un’esperienza importante per me – ancora Dalannah – perché mi ha fatto ricordare di chi ero come artista. Avevo cantato per quarant’anni e, mentre affogavo nella tossicodipendenza, la creatività veniva meno. il fatto di partecipare a qualcosa che mi riportava ai miei genuini sentimenti e toccava la parte più vera del mio essere, aveva un valore inestimabile». E prosegue: «Subito dopo quell’esperienza, il mio desiderio era di cambiare, così mi sono rivolta all’unica cosa che conoscevo, la preghiera. Ho avuto un infarto, è stata una benedizione. Da allora ho continuato ad andare avanti con fiducia. Ho trascorso i successivi anni facendo volontariato, migliorando la mia salute e partecipando a eventi vari. Ho ricominciato a cantare. Data la mia condizione, in passato sentivo che non avevo il diritto di salire sul palcoscenico». E allora Dalannah ha scritto una commedia intitolata The Returning Journey, «il viaggio di ritorno», che illustra la sua personale esperienza, presentata con successo al Firehall theatre di Vancouver e replicata altrove. All’età di 62 anni ha poi registrato un album di blues (Mamma’s got the blues), riconosciuto e premiato a livello internazionale.
L’impegno per la comunità
La storia di Dalannah è un esempio di ciò che è possibile realizzare «quando ci dedichiamo e investiamo disposizione di quanti ne vogliano fare tesoro, per imparare e decidere di contribuire a una causa comune. il Downtown Eastside è ricco di talenti artistici. Ci sono ex professionisti, pittori, attori, cantanti e altri artisti provenienti da diverse discipline: alcuni hanno incontrato crisi enormi. E ora sono qui. Ci sono individui che di sicuro hanno il potenziale per ritrovare se stessi, tramite una positiva esperienza artistica. «Più ho osservato intorno e più mi sono resa conto che la mia arte mi è servita a riconnettermi con me stessa. Ho anche realizzato che l’arte può essere, per le persone, un mezzo di guarigione e di cambiamento positivo. Ecco perché lo scopo del centro è quello di creare un’alternativa per quanti desiderano cambiare. Vogliamo sollecitare il desiderio di questo cambiamento sollecitando programmi e attività, con o senza strutture, per realizzare esperienze artistiche ed espressioni creative in una varietà di discipline».
Anche il piccolo contributo del club femminile, tramite l’esecuzione, l’esposizione e la messa all’asta di un quilt raffigurante la penisola italiana, è un segnale di solidarietà. Ora è necessario cooperare. «i poveri li avrete sempre con voi» ci ha detto Gesù duemila anni fa. Un messaggio su cui meditare, specialmente oggi, nel periodo natalizio.