Oggi si viaggia su Internet: è stata una delle ultime battute ascoltate alla Conferenza mondiale per una politica dell’informazione italiana all’estero tenuta a Milano in dicembre del 1996. Sono trascorsi quasi quindici anni, ma non posso dimenticare. La Conferenza era stata organizzata dal MAE su richiesta del CGIE, con la collaborazione della Presidenza del Consiglio e della Regione Lombardia. Come al solito, fra tentativi di analisi e proposte di lavoro, molti erano stati i discorsi ufficiali e gli interventi dei delegati, numerose le richieste e autorevoli le promesse. Anche se tutto poi sarebbe rimasto come prima: parte della stampa di e in emigrazione, espressione vitale delle comunità di italiani, avrebbe continuato eroicamente – povera di mezzi e di persone – le sue battaglie per una presenza di italianità nei diversi continenti. E la stampa italiana per l’estero, comprensiva di media televisivi e radiofonici, bollettini di associazioni e istituzioni paesane, provinciali, regionali ed altro, avrebbe continuato a diffondere messaggi in un’unica direzione: dall’Italia al mondo. Altro che informazione di ritorno! Altro che circolarità dell’informazione! Si arriva al punto di vedere trasformate parecchie gloriose testate comunitarie in assemblaggi di pagine compilate e trasmesse via rete dall’Italia, con poco o nulla di interesse locale. Se questi erano faticosamente ottenuti interventi di aiuto alla stampa in emigrazione, non hanno fatto altro che favorire la sostituzione della sostanza con la forma, e purtroppo alcuni editori meno battaglieri, e poco rispettosi della storia passata, ci sono cascati. Abbiamo ora bei giornaletti, tecnicamente e politicamente aggiornati, ma senza anima. Non vicini alla gente, estranei alla vita comunitaria, allo scambio costruttivo di informazioni ed esperienze locali. Tra queste due realtà, stampa in e stampa per, la grande stampa italiana – quotidiani, settimanali, radio e televisione – persiste nella descrizione e interpretazione della presenza e dei problemi degli italiani nel mondo a senso unico, spesso in maniera superficiale e svogliata, tuttora ispirata a stereotipi e ad una visione limitante. Siamo all’estero, cioè fuori. Lontani. Dove sta l’informazione onesta? Non dico esauriente, ma almeno sufficiente? Dove gli spazi per l’informazione di ritorno? Un’informazione dal mondo all’Italia e soprattutto dai paesi del mondo agli italiani d’Italia? Siamo forse figli di un Dio minore, noi operatori della comunicazione nei paesi del mondo? Forse siamo semplicemente ospiti non graditi. Turbative in aggiunta alle tante purtroppo esistenti. Fortunatamente Oggi si viaggia su Internet: le parole allora gridate da quel grande visionario che è stato Roberto Morrione, all’epoca direttore di Rai International, sono tuttavia diventate per noi un’innegabile realtà. Quando giornali, bollettini, programmi radiofonici e televisivi arrivano alle case dei destinatari sono già superati. La comunicazione è già avvenuta, circolarmente, globalmente. Via Internet, via Facebook, via centinaia di blogs e gruppi autonomi. E non riguarda solo le nuove generazioni, riguarda noi tutti se vogliamo e sappiamo vivere il dinamico tempo presente. Senza tuttavia trascurare la parte formativa e di riflessione costantemente offerta dal nostro Messaggero di sant’Antonio. Pubblicazione che si distingue tra mille, ma che a sua volta dovrebbe far conoscere anche agli italiani in Italia le nostre storie.